Diarrea del viaggiatore: i consigli dei medici AIGO per evitarne i disagi durante le vacanze

La diarrea del viaggiatore è una condizione associata a disturbi intestinali acuti che si sviluppa specialmente (ma non solo!) nel corso di viaggi in paesi tropicali, in via di sviluppo o in occasione di condizioni igieniche e sanitarie precarie. Ora che finalmente si torna a viaggiare, i medici dell'AIGO Associazione Nazionale Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri suggeriscono alcuni comportamenti preventivi e i rimedi per curare prima possibile questa condizione, evitando fastidiose conseguenze.

È tempo di vacanze, si torna a viaggiare e c'è esigenza di "normalità". Abbiamo imparato ad essere più prudenti e a curare maggiormente l'igiene delle mani e della tavola, ma dopo due anni di rinunce c'è una gran voglia di ritornare alle ferie spensierate, in Italia o all'estero. Il piacere di una vacanza però, a volte viene rovinato da disturbi e malesseri tipici del cambio di clima, delle abitudini alimentari, di precarie condizioni igieniche in località meno organizzate, soprattutto in mete esotiche o tropicali. Febbre, vomito, nausea, disturbi gastrointestinali sono convenzionalmente attribuibili alla cosiddetta "diarrea del viaggiatore". Una scomoda compagna di viaggio che potrebbe davvero rendere la nostra vacanza un brutto ricordo, ma anche lasciare conseguenze sottovalutate per la nostra salute.

"La diarrea del viaggiatore - spiega il Dottor Paolo Usai Satta, Dirigente Gastroenterologia presso AO G. Brotzu Cagliari e Segretario nazionale AIGO - è una condizione associata a disturbi intestinali acuti che si manifesta più frequentemente nel corso di viaggi in paesi tropicali, in via di sviluppo o che versano in condizioni igieniche e sanitarie precarie. Si caratterizza per la improvvisa comparsa di dolori addominali, vomito e soprattutto diarrea e colpisce di norma tra il 20 ed il 40% dei viaggiatori, in genere nei primi giorni del viaggio. Una delle cause più comuni è l'ingestione di acqua o alimenti (verdure in particolare, ma anche altri cibi crudi) contaminati da batteri fecali, parassiti o anche da virus. La terapia deve mirare innanzitutto a contrastare la rapida disidratazione dell'organismo con un adeguato apporto idrico e con il supporto di antibiotici intestinali e probiotici. La patologia si rivela particolarmente pericolosa per neonati, bambini e anziani, con possibili complicanze secondarie anche serie. In questi casi, soprattutto per i bambini molto piccoli, è necessario reintegrare rapidamente i liquidi e i sali minerali. Sebbene si tratti solitamente di infezioni destinate ad una risoluzione completa, - continua Usai Satta - essendo un fenomeno acuto e molto destabilizzante, non è possibile pensare di ricorrere a rimedi naturali per contrastarla e una specifica terapia preventiva non è normalmente necessaria, salvo per zone del mondo dove siano note epidemie di infezioni intestinali in atto". 

 

È quindi utile, nel momento in cui si programma un viaggio in paesi tropicali o in via di sviluppo tenere presente questi comportamenti, da adottare per tutto il soggiorno:

• ingerire sempre cibi cotti, evitando carni e pesci crudi, verdure e frutta 

fresca, preferendo prodotti confezionati,

• evitare di bere acqua dal rubinetto e bevande con cubetti di ghiaccio, scegliendo sempre prodotti imbottigliati, 

• utilizzare acqua imbottigliata anche per la semplice abitudine di lavarsi i denti.

 

In alcuni casi il problema potrebbe non risolversi da solo: "Se la diarrea persiste anche dopo il rientro dal viaggio - conclude il medico - è raccomandabile sottoporsi ad accertamenti poiché, in taluni casi, potrebbero manifestarsi infezioni o parassitosi persistenti che richiedono una terapia specifica. Per questo sarà necessario rivolgersi al proprio medico curante, per eventuali esami diagnostici quali coltura e parassitologico delle feci". 

 

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