Tam tam social per l'uscita del nuovo libro di Gio Filipponi "Lascia che poi sia"

Su Instagram, con il profilo @pensierialsole, ha già oltre 70mila followers; è uno degli Instapoeti più affermati e seguiti e ha al suo attivo già un libro di successo, Lasciati accadere uscito a marzo 2020, che è stato per settimane il più venduto nella categoria Amazon "Self-Help", ha raggiunto oltre le 20mila condivisioni sui social ed è alla seconda ristampa.

Oggi Gio Filipponi, classe 1989, sulbiatese da poco, carnatese da sempre, presenta la sua nuova opera letteraria, Lascia che poi sia, un successo annunciato già nelle premesse per il tam tam social che l'audience sta riservando a questa imminente nuova uscita editoriale, a metà tra raccolta di poesie e manuale di autoanalisi. Carnate, Sulbiate... la Brianza con i suoi boschi e prati anche in questa raccolta di poesie è protagonista con i suoi paesaggi ed ambienti, perché la natura è un elemento fondamentale della poetica dell'autore, costante fonte di ispirazione e benessere,  elemento rigenerante e salvifico per i tumulti dell'anima. E poi la Campania, terra natia, emblema del sole, del calore e dell'energia, che si ritrova nel sapore dei frutti dell'orto del nonno e negli occhi nocciola di quella giovane mai dimenticata, che ancora sconquassa il cuore. Se le radici sono al sud, il tronco e la corteccia di questo florido albero sono qui, in Brianza. Il verde, con i suoi colori e profumi, è anche protagonista della copertina, con un'immagine fresca, avvolgente e rigenerante.

Gio Filipponi continua nel suo percorso di narrazione e crescita di sé attraverso immagini ed emozioni, storie e dettagli, dando spunti di riflessione e immedesimazione ad un pubblico sorprendentemente ricettivo e coinvolto, giovane, sensibile e bisognoso di essere guidato in questa riscoperta del valore salvifico dell'esprimere le proprie emozioni, nel lasciarsi andare, nel credere con ottimismo in una rinascita, specie adesso.

Le emozioni per la fine di un amore, intense, contrastanti, impetuose proposte come percorso di redenzione personale per superare il dolore della perdita e approdare all'autoaccettazione di sé del primo libro cedono il passo ora ad un nuovo tema, la rinascita come consapevolezza dell'esistenza umana, da vivere e non subire, senza compromessi e senza scuse, e con spirito positivo e ancora aperto alla fiducia verso gli altri, in amore o in amicizia. "Una nuova raccolta di poesie che è un inno al lasciarsi andare, a vivere la vita che meritiamo" commenta l'autore. Nel suo messaggio però si nasconde un altro titolo, "Lascia che poesia", un inno alla potenza della poesia, al fascino delle sue frasi brevi capaci di diventare "cerotti per i cuori feriti".

Il target è prevalentemente giovane, ma non mancano followers senior pronti a rimettersi in gioco in una seconda vita dove le emozioni trovano nuova attenzione e vigore. "Il  pubblico dialoga con me senza filtri, mi confessa il bisogno di leggere versi e pensieri per dire ciò che, a parole, non si era mai riuscito ad esprimere e comunicare, come avvio di un percorso di rinascita interiore".

Il suo è invece un percorso ormai maturo, anche se sempre in crescita: nel 2018 autopubblica tre libri di poesia Io non scrivo, Poesie di More e Cento poesie d'amore e un orgasmo. Lasciati accadere è il suo primo lavoro pubblicato da una casa editrice, Alise - Gruppo editoriale Eternity di cui fa parte anche il brand Instapoeti, e il 21 marzo arriva Lascia che poi sia.

Anche questo libro ha una struttura suddivisa in sezioni, quasi come un manuale, per perdonare un amico, ridonarsi a qualcuno a cui avevamo chiuso una porta, imparare la cura dell'altro, la gioia di aprirsi, le tecniche di sopravvivenza per cuori instabili. Sono dei suggerimenti per l'anima, perché oggi siamo tutti amareggiati emotivamente.

"Prenditi del tempo, non aver fretta, ma apriti all'altro" è il messaggio principe, "per essere pronti per amarsi e amare qualcun altro".

In merito alla così ampia platea social conquistata negli anni, l'autore precisa: "Il target si è creato da solo. Io scrivo per curare me stesso, gli altri ne percepiscono l'autenticità. Non esiste il personaggio Gio Filipponi, esiste un giovane uomo che si racconta, in trasparenza e spontaneità. Il pubblico si riconosce in queste situazioni e le interiorizza. I lettori mi ripagano con gratitudine, con messaggi bellissimi, confessano il valore salvifico della mia lettura. Una infermiera per esempio mi ha confessato che di notte, nel 2020, nei momenti si pausa leggeva il mio libro, le serviva per accettare quello che stava vivendo  perché era inevitabile. Mi ha ispirato sicuramente molto Emily Dickinson, per quella sua gratificazione nel poter salvare, con la poesia, anche una sola anima".

Il tempo covid ha influenzato il tema delle sue poesie? "Ha influito, perché il 2020 ci ha condizionato, ha condizionato come viviamo il nostro tempo,  e così ne sono scaturiti anche piccoli suggerimenti pratici per sé e per il quotidiano, dal decluttering (buttare cose vecchie e non utilizzate, ndr), a liberare mente e corpo e ambiente da pensieri ed energie negative. E' tempo di fare spazio e far fluire nuove energie, persone, cose, chiudere le vecchie porte e guardare avanti. Una pulizia metaforica".

C'è anche un po' di psicologia (la prefazione è di due psicoterapeute) come percorso di introspezione che può cambiare se stessi e la mente, il cui atteggiamento aperto e propositivo può far cambiare l'approccio alla vita, ma deve partire da dentro di noi.

In attesa di incontrare il suo pubblico finalmente dal vivo nelle piazze, nelle librerie e nelle biblioteche del suo territorio e non solo, Gio Filipponi continua con le seguitissime dirette social. Quanto i social e il dialogo live hanno favorito o meno questo successo? "Personalmente non vedo l'ora degli incontri con il pubblico, e non a caso il libro esce nel primo giorno di primavera, una rinascita, un messaggio per tuti di qualcosa che rinasce, che sboccia come un fiore o un frutto. Abbiamo tutti un bisogno viscerale di vedere la rinascita, oggi più che mai".

 

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